Il territorio. L’età romana sul Lago d’Iseo
In età romana Lovere occupava una posizione strategica tra il territorio bergamasco, il Sebino, la Val Borlezza e la Valle Camonica.
Dell’abitato romano non è emersa alcuna traccia, ad eccezione di due iscrizioni con dedica a Minerva trovate nei pressi del monastero di San Maurizio e oggi conservate presso il Museo Archeologico di Bergamo, confermando il particolare culto della dea venerata anche nel vicino santuario di Breno.
L’importanza del centro è testimoniata dai ricchi corredi emersi dallo scavo della necropoli, dai primi occasionali ritrovamenti tra i quali il cosiddetto “tesoro di Lovere”, con servizi in argento e raffinati oggetti d’ornamento, fino allo scavo sistematico condotto nel 2015. I materiali confermano inoltre lo stretto legame culturale con la Valle Camonica.
Sul resto del lago, le evidenze suggeriscono una frequentazione prevalentemente residenziale: grazie alle caratteristiche paesaggistiche e al clima mite, in età romana viene scelto come sede di diverse ville d’ozio: a Predore si conservano consistenti resti di un complesso di questo tipo, oggi valorizzati in un’area archeologica. La residenza verosimilmente appartenne intorno al II secolo d.C. alla gens Nonia, una delle più potenti e ricche famiglie bresciane, imparentata con la gens Arria, proprietaria fra l’altro della villa di Toscolano Maderno. L’esistenza di ville residenziali sul lago è comprovata dalle evidenze indagate a Marone, località Co’ de Hela, e a Clusane, parzialmente valorizzate in situ.
Il centro principale dell’area doveva essere Iseo. Nei pressi del Santuario della Madonna della Neve, sono emerse a più riprese parti di un edificio articolato in più ambienti disposti a diversi livelli su terrazze digradanti verso il lago. Il ritrovamento di elementi relativi al sistema di riscaldamento a ipocausto e di apparati decorativi, quali lacerti di mosaico e frammenti di intonaco affrescato colorato, suggerisce il livello qualitativo della struttura. Si trattava con tutta probabilità di una villa d’ozio, collocata in uno dei punti più scenografici della zona. I materiali datano al I secolo d.C. la fase più antica di costruzione.
In direzione di Bergamo, nel luogo oggi occupato da Casazza, lungo la strada che collegava la Valle Cavallina attraverso Lovere alla Valle Camonica, si trovava Cavellas, un esteso villaggio di fondovalle, in uso dal I al IV secolo d.C., che doveva svolgere un importante ruolo di scambio culturale e commerciale nel territorio.
Verso nord, dopo Costa Volpino che ha restituito sepolture ed epigrafi rinvenute fra Otto e Novecento nelle frazioni collinari, la testa del lago permetteva di raggiungere facilmente la Valle Camonica e Cividate Camuno. L’antica Civitas Camunnorum era una vera e propria città romana in area alpina, capoluogo politico e amministrativo di un vasto territorio che entro la fine del I secolo d.C. fu organizzato in res publica con autonomia giuridica e amministrativa da Brixia. Fondata in seguito alla conquista romana della valle (16 a.C.), questo centro era dotato di edifici e spazi pubblici monumentali: negli anni sono stati riportati alla luce le terme, resti consistenti del foro, domus private, le necropoli e il quartiere degli edifici da spettacolo, con un teatro e un anfiteatro. Gli straordinari ritrovamenti sono valorizzati all’interno di un percorso che si snoda tra il Museo Archeologico Nazionale e i parchi archeologici del teatro e dell’anfiteatro e del Santuario di Minerva in località Spinera di Breno.