Ai piedi del Castello. Presentazione del volume sugli scavi di Breno

Breno, Palazzo della Cultura, via Garibaldi 8

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Breno – Sarà presentato venerdì 24 maggio 2024, alle ore 17.30, presso il Palazzo della Cultura, via G. Garibaldi 8, Breno il volume: Ai piedi del castello. 5000 anni di storie a Breno.

Il libro, a cura di Cristina Longhi e Serena Solano della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, dà conto degli studi ad oggi compiuti su quanto emerso dalle indagini archeologiche effettuate nel 2018-2019 durante gli scavi di Piazza Ronchi per i lavori di sistemazione e riqualificazione della Piazza con la realizzazione del parcheggio interrato.

Dopo alcune anticipazioni date subito dopo la fine degli scavi a giugno 2019 e ancora a giugno 2021, finalmente il libro restituisce alla collettività parte delle scoperte che da subito avevano incuriosito i brenesi, gli abitanti della Valle e il mondo scientifico.

Tra le moltissime storie di vita raccontate dal sottosuolo della Piazza, gli archeologi hanno scelto per ora di concentrarsi sulla più antica e, forse, la più particolare venuta alla luce: un monumento funerario-cultuale risalente a più di 5000 anni fa, l’età del Rame. Un monumento che sembra avere costituito il punto di riferimento della Comunità per più di 700 anni.

Alla base dell’alta parete su cui sorge il Castello, luogo dalla morfologia ben riconoscibile e che dunque ricopriva sicuramente un punto di riferimento territoriale, fu ricavata, sistemando il detrito di versante, una tomba coperta da un tumulo di una giovane donna.

La presenza di centinaia di perline di pietra e denti animali, che dovevano comporre numerose collane e adornare forse un copricapo, indicano che probabilmente la giovane ricoprisse un ruolo identitario per la comunità di riferimento.

Al tumulo vennero affiancati anche una piattaforma in pietra, probabile spazio rituale, e due recinti funerari, che testimoniano le complesse ritualità seguite in quel periodo nell’area alpina e prealpina lombarda.

In questo periodo infatti la morte sembra essere concepita come un lungo percorso da compiere tra il mondo dei vivi e quello degli antenati, il complesso viaggio è stato documentato dagli archeologi in numerosi siti dell’arco prealpino e passa attraverso una precisa ritualità, che mirava a far perdere al defunto la sua identità individuale attraverso la frammentazione delle ossa, per poi riunirlo alla comunità degli antenati con la deposizione dei resti all’interno di spazi “collettivi”. In particolare, a Breno, in uno dei recinti sono stati ritrovati frammisti i resti di 3 diversi individui: una donna adulta, un tardoadolescente e un bambino sotto i 4 anni, forse anch’essi ricoprivano un qualche ruolo particolare per noi oggi non comprensibile.

La ritualità seguita a Breno mostra chiari agganci col mondo prealpino lombardo ma anche con quello veneto e della Valle dell’Adige, a testimonianza del ruolo di cerniera svolto fin dalle epoche più antiche dalla Val Camonica ed in particolare del ruolo strategico del territorio di Breno.

Il volume è realizzato dalla Soprintendenza con il supporto del Comune di Breno e il contributo della Comunità Montana di Valle Camonica.

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