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LA STORIA DEL LOGO DI REGIONE LOMBARDIA

Questo è lo stemma della Regione Lombardia e rappresenta una Rosa Camuna stilizzata, uno dei segni che si ritrovano tra le incisioni rupestri della Valcamonica, tutelate dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.

La stilizzazione grafica della rosa camuna è stata realizzata da quattro famosi designer: Bruno Munari, Bob Noorda, Roberto Sambonet e Pino Tovaglia. Dal 1975 è il logo ufficiale di Regione Lombardia.

Perché abbiamo usato questo simbolo?
La Regione Lombardia sostiene tutti i luoghi della cultura, musei, teatri, conservatori… contribuisce al loro buon funzionamento, promuove i siti UNESCO e tutte
le attività educative e culturali. Tra le attività che la Regione ha scelto di promuovere nel 2021 c’è la realizzazione del nuovo sito web della rete PAD.

Accompagnare i bambini a visitare un luogo, che spesso è una novità anche per gli adulti, vuol dire però aiutarli a comprendere, fornirgli le informazioni e gli stimoli.
Rete PAD ha preparato una serie di schede e giochi proprio per i piccoli, con testi brevi e illustrazioni, così che i bambini possano muoversi in autonomia.

Per aiutare gli adulti accompagnatori, oltre a indicazioni pratiche sui vari luoghi (servizi, indicazioni, etc.), ci sono alcuni brevi testi che forniranno le informazioni per arricchire la visita dei bambini, completate, per chi vuole approfondire, da suggerimenti per libri e video: un pizzico di fatica da parte degli adulti aiuterà i più piccoli a godere appieno della visita senza annoiarsi.

Scoprirete, sia voi che i bambini, che visitare insieme un museo o uno scavo archeologico può essere un modo piacevole e stimolante per passare del tempo assieme.

PREPARARE LA VISITA

ARCHEOLOGIA E REPERTI

In buona sostanza gli archeologi negli scavi ritrovano soprattutto cocci, vasi rotti ma praticamente indistruttibili nei loro pezzi, e in misura minore gli altri oggetti: in pietra, pochissimi in metallo e vetro, le ossa (resti dei pasti); e poche altre cose.

La situazione è diversa quando vengono scavate le sepolture, come nel caso della necropoli di Lovere. Qui, insieme ai resti dei defunti, si recuperano anche gli oggetti del corredo: questi sono interi o ricostruibili.

Anche gli edifici dei popoli antichi non si conservano interi, ma solo i resti dopo l’abbandono e la demolizione, da cui si può dedurre l’aspetto originale e le modalità di utilizzo.

Una parte minima dei reperti recuperati, quelli più riconoscibili e più rappresentativi delle varie attività e aspetti dell’epoca, vengono esposti nei musei, gli altri vengono conservati nei depositi a disposizione per gli studiosi.

Compito dell’archeologia è di ricostruire il passato attraverso le sue testimonianze materiali, soprattutto gli oggetti di uso comune e i luoghi di vita, che sono recuperati principalmente attraverso lo scavo stratigrafico. Questa è un’operazione che indaga a ritroso, dai livelli più recenti e superficiali a quelli più antichi e più profondi, le tracce che l’uomo ha lasciato nel terreno durante la propria vita: i muri e i pavimenti, le cose che utilizzava e buttava via, i livelli di terra e macerie che si accumulavano con il tempo.

Gli oggetti d’uso (cultura materiale) sono fondamentali per ricostruire gli stili di vita e la cronologia, ma solo pochi sono arrivati a noi. Tanto per cominciare si sono conservati solo quelli che vengono scartati quando sono rotti, insomma, banalizzando un poco, la spazzatura. Molti invece non venivano buttati ma riciclati, come il vetro e i metalli, mentre altri si consumano nel tempo come quelli realizzati in materiale organico: tutti i tessuti e i cuoi, ma soprattutto i manufatti in legno, materiale che nell’antichità aveva un ruolo enorme in tutti gli aspetti della vita.

Le attività